“La popola del futuro ama”, detenuti in scena al carcere di Capanne

Applausi ed emozioni ieri sera, giovedì 9 maggio 2024, all’interno della Casa Circondariale di Capanne, a Perugia, dove è andato in scena lo spettacolo “La popola del futuro ama”, diretto dalla regista Vittoria Corallo, prodotto dal Teatro Stabile dell’Umbria e voluto e sostenuto da Fondazione Perugia. A esibirsi sul palco, alcuni detenuti-attori del carcere e un gruppo di studentesse e studenti del liceo artistico Di Betto e del Laboratorio Teatrale Universitario dell’Università degli studi di Perugia.

Il progetto fa parte della sesta edizione di “Per Aspera Ad Astra – riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza”, promosso da Acri, l’associazione delle Fondazioni delle Cassa di Risparmio italiane. Presenti fra il pubblico anche Antonella Grella, direttrice della Casa Circondariale di Capanne, Stefano Salerno del Teatro Stabile dell’Umbria e il Direttore generale di Fondazione Perugia Fabrizio Stazi, oltre a diversi componenti dei loro staff e a molti detenuti e agenti penitenziari.

Lunedì 13 maggio lo spettacolo andrà in scena a ingresso gratuito anche al Teatro Morlacchi di Perugia, dove è già tutto esaurito.

“La popola del futuro ama – spiega la regista Vittoria Corallo – nasce dalla lettura condivisa di Tutto sull’amore e dalle discussioni accese che ha generato tra di noi durante il laboratorio in carcere. L’idea di gioco è nata mentre scoprivamo, capitolo dopo capitolo, un riverbero nuovo, come i cerchi nell’acqua che continuano a formarsi dopo il lancio del sasso. Un gioco senza regolamento, in cui le prove e le tappe cercano di condurre le pedine a fare esperienza delle parole totemiche disseminate dall’autrice nei 13 capitoli del libro.

Lo svolgimento è l’incontro, tra alcune figure e gruppi di figure, spesso rinchiuse in ruoli prestabiliti: gli uomini, i giovani, le femmine, i maschi, le donne, i bambini, attraverso la loro relazione proveranno ad attuare questa visione dell’amore. I protagonisti di questo gioco-spettacolo dovranno misurarsi con dei compiti per raggiungere una nuova coscienza collettiva dell’amore, che lo guarisca e lo liberi dagli abusi e dalle interpretazioni pericolose, che spesso vengono incarnate e trasmesse nello spazio privato e in quello pubblico, causando dolore in nome di esso. La Popola è il germe di questa nuova traccia umana del futuro, e ama fin da ora.”

Le foto sono di Giancarlo Belfiore