Guida al teatro in carcere: un ponte tra il dentro e il fuori

A Genova, Saluzzo e Torino tre compagnie teatrali da tempo entrano negli istituti per favorire l’espressione creativa, offrire l’opportunità di una formazione professionale in campo artistico, aprire prospettive di reinserimento lavorativo una volta scontata la pena. Tutte e tre hanno indicato una rotta. Per chi oggi ha intenzione di seguirla, c’è una mappa che rende il cammino meno impervio. Un’iniziativa di Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e Fondazione Compagnia di San Paolo nel solco del progetto Per Aspera ad Astra promosso da Acri.
Articolo di Daria Capitani pubblicato su VITA

Trasformare un istituto di pena in un luogo di cultura? È possibile e necessario. Lo dimostra un’esperienza artistica come la Compagnia della Fortezza creata da Armando Punzo a Volterra, il primo centro di teatro e carcere in Italia nato più di 40 anni fa, oggi raccontato anche in un documentario (Qui è Altrove). Lo testimoniano moltissimi detenuti in scena su palchi più o meno prestigiosi, spazi di connessione tra il dentro e il fuori in nome della cultura e della bellezza. Da oggi, per chi voglia portare il linguaggio teatrale dentro le mura di un carcere, c’è uno strumento in più: una guida di metodologie e pratiche, spunti operativi e passaggi istituzionali per avvicinarsi a un mondo complesso ma estremamente fertile per l’arte.

Nell’orbita di Per Aspera ad Astra

Il progetto “Per Aspera ad Astra” avviato nel 2018 e promosso da Acri – Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmo con il sostegno di 12 Fondazioni di origine bancaria, da sette anni coniuga arte, formazione e inclusione sociale, trasformando i luoghi di reclusione in spazi di crescita e consapevolezza. Oggi coinvolge 17 istituti penitenziari, di cui tre Istituti penali minorili e si avvale della collaborazione di 15 realtà artistiche. In questo contesto si inserisce il toolkit Teatro in carcere, che è il frutto dell’esperienza maturata da tre compagnie teatrali – Teatro e SocietàVoci Erranti e Teatro Necessario – attive rispettivamente negli istituti di Torino, Saluzzo e Genova Marassi, territori di riferimento della Fondazione Compagnia di San Paolo e della Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo.

Lo strumento, realizzato da Labins – Laboratorio d’innovazione sociale, è una mappa per orientarsi a ogni passo: dal coinvolgimento istituzionale a quello dei professionisti esterni, dall’interazione con i detenuti allo svolgimento dei laboratori, fino ai momenti di restituzione sotto forma di spettacolo di fronte a un pubblico esterno. Tra raccomandazioni e consigli utili, permette di comprendere che cosa serve fare e perché, con quali strumenti e modalità, in ogni fase che conduce a una rappresentazione teatrale. Scenografia, illuminotecnica, costumi, trucco e parrucco, musica e suono, prove. Tre approfondimenti mirati sono dedicati alla sostenibilità (economica, strutturale e di risorse umane), alla comunicazione e promozione sul territorio (con l’invito ad attivare connessioni con la comunità) e al monitoraggio mirato alla valutazione.

Rete, professionalità e impatto

«Il valore di questo progetto risiede nella sua capacità di creare rete, di promuovere un approccio continuativo e professionale al teatro in carcere e di generare un impatto culturale riconosciuto anche a livello istituzionale», spiega Valentina Dania del settore Arte Attività e Beni culturali della Fondazione Crc. «È anche il connubio di due anime diverse, culturale e sociale. Lo dimostra il fatto che io mi occupo di arte e cultura, mentre Silvia Pirro, la collega della Fondazione Compagnia di Sanpaolo che ha curato con me l’iniziativa, afferisce all’ambito sociale».

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