La balena – sulle tracce di Moby Dick
Da ottobre dello scorso anno un gruppo di attrici e di attori formatosi all’interno della Casa circondariale di Trento si è messo in viaggio proprio sulle tracce della balena più famosa: l’inafferrabile e temibile capodoglio Moby Dick. Come i marinai del Pequod, uomini e donne coraggiosi, provenienti da diverse parti del mondo, hanno sfidato il loro stato di reclusione per lanciarsi nell’oceano aperto e periglioso dell’immaginazione. Ed ora sono pronti a raccontare. Il 10 giugno prossimo (con repliche l’11 e il 12) presso il teatro della Casa circondariale a Spini di Gardolo, andrà dunque in scena “La balena – sulle tracce di Moby Dick”, uno spettacolo che, prendendo spunto dalla trama dell’immenso capolavoro di Melville, si muove inseguendo i sogni, in equilibrio precario tra salvezza e dannazione. Sogni che nutrono e sogni che ci trascinano nell’abisso del fallimento. Ma a volte il fallimento porta in sé qualcosa di immenso e meraviglioso e svela la grandezza dell’essere umano e dei suoi desideri. In esso s’accende il mistero della salvezza.
In scena è una ventina tra detenute e detenuti, che in questi mesi hanno avuto la possibilità di lavorare insieme a professionisti e professioniste del teatro, danza, drammaturgia, scenografia, regia… Il progetto nasce dalla Associazione Finisterrae Teatri sotto la direzione artistica di Camilla da Vico e Giacomo Anderle. La compagnia trentina già da alcuni anni realizza progetti di formazione all’interno della Casa circondariale.

Gli obiettivi sono molteplici: far sì che all’interno della Casa circondariale nasca un teatro, inteso come luogo fisico e immateriale in cui le persone possano sperimentare nuove forme di convivenza, di cooperazione, di bellezza e di libertà; affrontare un processo di creazione, dalla nascita dell’idea all’incontro con il pubblico, facendo propri nuovi linguaggi, vivendo entusiasmo e delusioni, fatiche e lievità del gioco; creare un ponte tra il carcere e la città, aprire finestre per poter guardare attraverso, attivando processi di trasformazione che agiscano tanto sull’interno, quanto sull’esterno.