(Dis)incanto
Luogo : Carcere Pagliarelli-Lorusso - Palermo
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Lo spettacolo riflette sulla capacità dell’uomo oggi di poter ancora provare “incanto”.Uno sguardo puro, un animo di bambino e la capacità di abbandonarsi alla fantasia e al sogno: sono queste le porte per accedere al bello e alla realtà più profonda e nascosta delle cose. Chi vuole vedere e conservare in sé l’incanto, come quello di Oberon che con il suo flauto fa ballare i bambini, o lo splendore di una bambina nel cielo, seduta sul bordo delle nuvole a tessere una tela di filo d’argento, dovrà farlo prima che l’età adulta gli veli gli occhi. Perché a fare castelli in aria non sono i pazzi, ma gli eletti capaci di vederli davvero, quei castelli fatti d’aria e popolati di magiche creature. In un mondo che cambia e spaventa, pronto a inghiottirci, le favole sono una possibilità per attraversare la vita. È in quella fessura sottile tra la ragione e il sogno che la poesia sa guardare, anche quando si hanno gli occhi ormai ciechi.
Daniela Mangiacavallo